Tra tutti i commenti all’interprete di Di Maio, molti dei quali inopportuni e fuori luogo, questa Presidenza ha apprezzato particolarmente quello di Grazia Anselmo la quale ha giustamente sottolineato che, cito testualmente, “tutto questo processo mediatico non doveva avere inizio, specie perché ad attivarlo sono stati udenti, interpreti e formatori”. Come Presidenza ANIMU condividiamo appieno l’intervento della Anselmo anche perché Facebook è purtroppo ormai diventato il luogo per eccellenza dei processi sommari e delle gogne mediatiche che spesso e volentieri avvengono senza nessun approfondimento critico dei fatti e delle situazioni.
Si dice e si scrive che ciò avviene anche perché manca un albo degli interpreti e qualcuno si è attivato per proporlo nelle sedi politiche. Non è del tutto vero in quanto la soluzione dei problema degli interpreti lis “approssimativi” esiste già e si chiama Legge 4/2013. Basta che i committenti e gli utenti (ovvero anche sordi) si rivolgano ad interpreti iscritti nelle Associazioni Nazionali ANIMU ed ANIOS le quali hanno, per la Legge citata, il diritto oltre che il dovere di garantire non solo la qualità ma anche l’aggiornamento dei propri iscritti.
La Legge 4 del 2013 sulle professioni non regolamentate prevede appunto che le Associazioni Nazionali ANIMU ed ANIOS garantiscano la preparazione professionale dei propri iscritti per cui è sufficiente che ci si rivolga agli interpreti in possesso di una delle due tessere per non avere problemi simili a quello di cui abbiamo avuto esempio. C’è di più, La Legge stessa prevede l’esistenza, presso il sito delle Associazioni ANIMU ed ANIOS, dello sportello del consumatore dove l’utente può inviare reclami od osservazioni sull’operato dell’interprete Lis, a piena tutela dei sordi e comunque dei committenti il servizio. Non serve un Albo, la Legge a tutela dei sordi c’è, basta conoscerla, diffonderla ed applicarla.
LA PRESIDENZA NAZIONALE ANIMU